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CERCATORI DI VITA

GENNAIO 7, 2021 

LA PAROLA DELLA DOMENICA

Comunità Sorella Luna 6.1.21

                                           CERCATORI DI VITA

 

La  bellezza della festa  dell’Epifania è sotto i nostri occhi, nella sua profondità arricchita da mille suggestioni.  Festa densa di magìa e di emozione, festa dei segni celesti e del lungo cammino, in cui possiamo riconoscerci  e  manifestare il nostro desiderio di cercare e di andare sempre avanti.

Esordisce così don Nicola nella riflessione dedicata alla festa dell’Epifania.

E, aggiunge, cercare Dio significa anche cercare se stessi, ed è un’azione, un movimento che ci tiene  vivi in una dimensione di sempre maggiore apertura.

 

Siamo chiamati dunque a cercare.

D’altra parte, quello che stiamo vivendo è un periodo di riflessione, avviato con la Quaresima. E quello che ci viene detto oggi è che quando si raggiunge una mèta, se ne profila subito un’altra.  A dimostrazione del fatto che tutta la vita è un cercare costantemente. Ed ogni tappa ne apre progressivamente un’altra.

Anche per questo, i re Magi possono ben rappresentare la nostra condizione umana.

Soprattutto quando, in cerca di un re ricco e potente, si imbattono in un re  “povero”, e rischiano di non riconoscerlo.

Ma chi sono veramente i re Magi? Alcuni hanno ipotizzato che  fossero sovrani di terre orientali e sconosciute, altri ancora che fossero astronomi  o qualcosa di simile.

Quello che possiamo dire per certo è che questi personaggi misteriosi sono stati sicuramente “cercatori”.

E per questo non possiamo non identificarci con loro.

Inoltre, don Nicola ci indica il bel segno della Stella che compare, scompare per poi riapparire nuovamente.

La stella, ovvero  la guida, il riferimento che orienta il nostro cammino, la nostra ricerca.  

E, difatti, a pensarci bene, come ci aiuta a fare don Nicola, ognuno di noi ha avuto ed ha qualche stella come guida, qualche persona magari riconosciuta solo a posteriori,  che ha accompagnato il nostro cammino.

C’è da dire, però, che i Magi, almeno apparentemente, vanno incontro al fallimento delle loro aspettative.  E difatti si fermano a Gerusalemme invece di proseguire nel viaggio, essendo partiti con l’aspettativa di trovare un Dio potente e ricco, assiso su un trono sfarzoso e appariscente e ritrovandosi  invece davanti un bambino inerme, deposto in un umile giaciglio di paglia.

In effetti anche noi, come loro, cerchiamo il re  invece di cercare il bambino che è dentro di noi e di accoglierlo. Quel  bambino ferito  e impaurito che invece rappresenta la parte più preziosa di ciascuno di noi.

Ebbene, i  Magi  hanno dimostrato, in questa circostanza, di saper uscire dagli schemi che impediscono di scoprire e accogliere la vera ricchezza che si nasconde nella condizione di indigenza, di povertà.

Cosa che ciascuno di noi  non riesce a fare quando  si chiude, quando si identifica in un tempio da adorare  piuttosto che in una tenda  per muoversi più speditamente nel suo incessante movimento.

In realtà il vero cercatore è chi non ha paura di andare oltre l’apparente certezza degli schemi e dei templi, ossia delle certezze preconfezionate.

Le  verità  vanno cercate con coraggio.

Difatti, anche noi, nel nostro tempo, spesso rinchiusi nelle nostre rigide strutture mentali,  possiamo provare a riconoscere , a leggere i segni che ci indicano la strada da seguire. Sull’esempio dei Magi, pronti a valicare confini smisurati, da una parte all’altra dell’orizzonte, e facendolo insieme.

In questa prospettiva, che ci richiama  all’universalità del messaggio cristiano (cfr. l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”), possiamo allora affermare che i veri doni, più dell’oro, dell’incenso e della mirra , con tutta la simbologia di cui sono ricchi, non sono quelli materiali per quanto preziosi e significativi,  ma

consistono proprio nella capacità e nel desiderio di cercare.

Sono doni da portare con sé lungo un cammino di ricerca.  Una ricerca da svolgere non da soli, ma uniti, come i Magi,  legati  in una relazione, che in fondo è il vero dono da condividere.

L’augurio è dunque di diventare “cercatori” insieme.

 

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