Commento alle sollecitazioni delle omelie domenicali di Don Nicola Bari

Giacomo e Giovanni

17.10.21

Convento Suore della Visitazione San Giorgio del Sannio (Benevento)

Nel Vangelo di oggi, don Nicola ci invita a leggere la risposta di Gesù alle sorprendenti aspirazioni di Giacomo e Giovanni, come un insegnamento rivelatore.

Nei rapporti ordinari, nella vita di tutti i giorni e anche nelle nostre comunità, c’è la tentazione del potere. 

La voglia cioè di possedere i privilegi della condizione di chi comanda.

Il desiderio di comandare tenta inesorabilmente tutti, per cui, come è capitato agli Apostoli Giacomo e Giovanni, anche noi proviamo talvolta a chiedere “il potere” come un privilegio concesso dal nostro Buon Dio, dimostrandoci ancora una volta immaturi nel cogliere il suo vero messaggio.

Ma Gesù, nel brano evangelico, ammonisce i discepoli affinché “non sia così”, richiamando i suoi seguaci ad affrancarsi dall’inganno della competizione della rivalità, della gelosia tra compagni per inseguire il privilegio del “posto d’onore”.

Ed anzi esorta noi, come ha esortato gli Apostoli, a metterci al fianco delle persone e non al di sopra, a farci piccoli per servire meglio.

Se i potenti, infatti, opprimono, i cristiani, devono stare vicino, condividere la povertà, per essere veramente grandi.

Ma grandi, in tale ottica, significa essere capaci, di cogliere la pienezza dell’essere umano che deriva dal servire l’altro, piuttosto che dal farsi servire.

Siamo chiamati infatti, noi oggi, come i discepoli di Cristo allora, a sostenere, le persone, a seguire l’esempio di Cristo che indica un’altra direzione. Che non è segnata  da chi ha avuto la capacità di dominarci, ma da chi ha avuto la capacità di amarci: di indicarci la vera gloria della vita. 

Dietro ad ogni desiderio umano, anche i più balordi, c’è sempre una matrice buona. Ogni desiderio umano, infatti, come ci ricorda don Nicola, ha pur sempre dietro una parte sana, piccolissima magari ma proprio per questo da discernere, per coltivarla, amorevolmente.

Infatti Gesù, anche rispetto alle ineffabili richieste di Giacomo e Giovanni, li chiama a sé pazientemente e spiega, argomenta.

Ma soprattutto c’è in questo atteggiamento la più spiazzante proposta di Gesù. Che don Nicola, riprende e ripropone indicandoci un passaggio   veramente meraviglioso, quello che    ci parla di un Dio che, nella sua rivelazione, è servo.

Da onnipotente a servo, Gesù cioè capovolge la prospettiva: siamo stati creati per essere amati e serviti da Dio,  qui e per sempre.