LA “PAROLA” DELLA DOMENICA

4..4.21 Comunità Sorella Luna Messa di Pasqua

(Riflessioni, emozioni, sollecitazioni operative

correlate alla omelia domenicale di Don Nicola Bari)

LE LETTURE DEL 4.4.21

“PASSAGGIO”

Il commento

“A Pasqua parlano i gesti e i simboli”.

Introduce così, don Nicola la celebrazione della Messa di Pasqua, nel buio della notte che avvolge la comunità Sorella Luna.

Il buio rappresenta allora l’angoscia:  è la condizione che caratterizza la nostra vita.

Ma c’è anche il fuoco che rischiara e riscalda le nostre vite.  E quella di ogni essere vivente.

Cristo, infatti, si colloca nell’energia vitale che Dio ha immesso nel creato.

La luce delle  candele ancora insufficiente sta quindi ad indicare un ulteriore passaggio da compiere.

Quando c’è la luce si vede, ci si vede e ci si comincia a vedere per quello che siamo veramente.

L’alleluia è allora  il canto più bello, che annuncia la vita con di gioia.

E c’è un germe di vita, che diventa, esso stesso, moltiplicare di vita.

“Abbiamo fatto finora un percorso”, soggiunge don Nicola, “Abbiamo toccato cose importanti. E lo abbiamo fatto attraverso fasi che ci hanno messo anche in difficoltà.

La stessa storia di Cristo ci ha messo davanti tanti misteri incomprensibili e continuamente ci ha spiazzati e ci spiazza.

Come l’immagine della tomba, per esempio.

A volte, infatti, ci chiudiamo, per paura, per difesa, proprio in una sorta di “tomba interiore”.

E difatti, molti pezzi di noi sono sepolti in questa tomba dello spirito.

Le stesse donne citate nel Vangelo  vanno al sepolcro per completare un rito, ma si ritrovano davanti ad un macigno sollevato misteriosamente  dal posto dove doveva, naturalmente, trovarsi.

Non capiscono. Non riescono a spiegarsi come sia potuto accadere.

Ma don Nicola ci invita ancora una volta leggere i simboli, oltre i fatti, oltre l’esperienza percepita.

Dentro ognuno di noi, in fondo, come già detto, c’è una tomba.

Ma dentro la tomba, ce lo racconta lo stesso brano evangelico, c’è l’immagine di un giovane dalla veste bianca.

Quando ci liberiamo dalle sovrastrutture che gravano sula nostra vita, entra un’energia nuova, giovane.

Quando, nella nostra vita, apriamo le nostre tombe, facciamo entrare energie nuove.

Cristo stesso, infatti, non è nella tomba, così come nessuno di noi, deve ritrovarsi nella tomba.

Avviamo un nuovo cammino di speranza!

Cristo, in  realtà  si trova avanti a noi,  e va avanti.

Seguiamolo, riconoscendolo nel rapporto con gli altri e scorgiamolo nella vita di chi ci sta avanti.

In effetti la Pasqua, (che letteralmente significa “passaggio”) sta a ricordarci che anche per noi c’è la possibilità di nuovo percorso di vita.

E, difatti, sottolinea don Nicola, ogni  Pasqua è  importante, ogni Pasqua può segnare un nuovo passaggio, una nuova tappa lungo il percorso della vita.

Don Nicola, a tal proposito, ricorda i tanti volti, i tanti momenti anche impegnativi che hanno attraversato la sua e la nostra vita, ricordandoli con commozione, affetto, e riconoscenza, non negando la sofferenza e il peso che ha dovuto sopportare, talvolta mentre viveva queste esperienze.

Ma questo “peso” è anche l’energia  che muove la vita.

Anche quando c’è un fallimento, in realtà, la vita moltiplica la sua energia.

Questa è la Pasqua!  Questa è la resurrezione!

La Resurrezione passa attraverso di noi.

Cristo non vola in cielo, come spesso viene raffigurato, nella classica icnografia pasquale, ma rimane con noi, dentro di noi. E ci invita a non avere paura.

La  Pasqua, infatti, è anche un impegno a continuare  il cammino indicato da Cristo.

Del resto anche la sofferenza non sparisce mai del tutto. Ce la portiamo dentro di noi.

Ma la tomba, in fondo, non c’è.

C’è la vita, c’è l’acqua del fonte battesimale, che vuole  entrare proprio là dove pensiamo che ci sia buio e dove invece c’è energia giovane, fresca e feconda di vita.