LA “PAROLA” DELLA DOMENICA
(Riflessioni, emozioni, sollecitazioni operative correlate alla omelia domenicale di Don Nicola Bari)
COMUNITÀ SORELLA LUNA ROMA
8.11.20
Riprende la bella consuetudine della celebrazione della santa messa domenicale, diffusa e resa interattiva grazie alla piattaforma Google meet.
Una rinnovata occasione di condivisione della vita comunitaria anche in tempi difficili, come quelli che stiamo vivendo e che ci permette di tenerci sempre attivi, svegli, come peraltro ci sollecita a fare proprio il brano evangelico di oggi.
Al di là delle emergenze e della stessa paura della morte, l’invito che ci viene oggi rivolto, lo sottolinea lo stesso Don Nicola, è quello di mantenerci vivi nella ordinarietà della vita. Come vivi sono coloro che ci hanno preceduto testimoniando l’amore per il prossimo, e che non vanno commemorati ma riconosciuti come preziosi compagni di viaggio.
La vita, infatti, questo prezioso, misterioso, affascinante dono di Dio va sempre celebrata e vissuta all’insegna della gioia. Come quella di chi va a nozze e partecipa ad un’occasione di incontro festoso.
Gli incidenti di percorso, i piccoli e grandi eventi tragici, i fallimenti, i dolori che segnano inesorabilmente le nostre vite, allora, possono essere affrontati come una impegnativa, ma pur preziosa occasione, per non lasciarci prendere dal sonno, dalla pigrizia, dalla vita stolta che non ci dà i frutti densi di sapore dell’amore di Cristo per noi.
Ma Cristo non si limita a suggerirci la sapienza in contrasto alla “stoltezza delle sette vergini”, che non avevano con sé l’olio necessario per tenere accese le lampade.
Dio, infatti, al di là delle pur comprensibili stanchezze di ognuno, ci vuole tenere sempre vivi in terra o in cielo, per consentirci di partecipare alla festa della vita, con gioia e pienezza.
Il Dio della vita, infatti, come pure ci ha sollecitato a riconoscere Don Nicola, commentando la prima lettura, non ci lascia mai soli e non ci chiude mai la porta in faccia.
Magari è vero il contrario, vale a dire che siamo noi che scegliamo di chiudere la porta all’invito di Cristo. Egli infatti non si stanca mai di fornirci occasioni di sapienza, e non bisogna cercarla col lanternino.
Essa è lì, o meglio qui, “seduta alla porta”. Basta cercarla, o meglio accoglierla con fiducia.
Ma Gesù non ci esorta solo ad essere sapienti. Ci suggerisce anche come farlo quando sottolinea la dimensione del raduno, del ritrovarsi insieme della prospettiva da praticare per vivere veramente.
A cominciare da oggi, nel qui ed ora.