La primavera aveva ormai ceduto il passo all'estate, e la biblioteca, pur rimanendo il loro rifugio silenzioso, sembrava ormai troppo piccola per contenere tutto ciò che stava crescendo tra Elena e Marco. L’intensità del loro legame, fatto di parole sussurrate, sguardi complici e abbracci furtivi, non riusciva più a nascondersi. C’era qualcosa di nuovo nell’aria, una tensione che non sapevano come gestire, ma che non potevano ignorare.
Un pomeriggio, mentre Marco stava leggendo ad alta voce alcuni versi di poesia che aveva scritto, Elena notò qualcosa che non le era mai sfuggito prima: un'ombra nei suoi occhi. Non era il solito sguardo profondo e pensieroso che conosceva, ma qualcosa di più oscuro, qualcosa che portava con sé un peso che Marco non aveva mai rivelato.
"Marco, c'è qualcosa che non mi stai dicendo?" chiese Elena, la voce dolce ma ferma.
Marco posò il libro, abbassando lo sguardo. Dopo un lungo silenzio, rispose, come se avesse finalmente preso una decisione. "Ci sono delle cose che non posso dimenticare, Elena. Alcune ferite che il tempo non ha mai guarito."
Elena si avvicinò a lui, ma non parlò. Lo guardò, cercando di capire, sentendo che quel momento avrebbe cambiato qualcosa. Marco aveva sempre avuto una corazza intorno al cuore, ma quel giorno sembrava pronto a lasciare che qualcuno ne vedesse i frammenti.
"Mi hai raccontato dei tuoi sogni, delle tue speranze", disse Elena, "ora voglio sentire anche il resto. Voglio conoscere il Marco che hai scelto di nascondere."
Marco la guardò negli occhi per un lungo istante, e poi, con un respiro profondo, cominciò a raccontare.