La felicità che Elena e Marco avevano trovato insieme non significava che la vita fosse diventata facile. La realtà, con le sue sfide quotidiane, non scompariva magicamente. Marco, nonostante il suo successo con la scrittura, si trovava ad affrontare nuove difficoltà, sia nel mondo editoriale che dentro di sé. Non sempre riusciva a trovare il tempo per scrivere, e le incertezze sul futuro lo opprimevano.
Elena, dal canto suo, aveva sempre sentito una certa solitudine nel suo lavoro di bibliotecaria, ma ora che aveva Marco accanto, la sua vita sembrava più ricca, più piena. Le loro conversazioni erano diventate più profonde, le risate più genuine, eppure sapeva che entrambi avevano delle ferite da curare. La perfezione non esisteva.
Un giorno, dopo settimane di silenzi e giorni frenetici, Marco la guardò mentre era immersa nella lettura di un libro. "Mi sembra che ti stia perdendo", disse, avvicinandosi lentamente.
Elena alzò lo sguardo, sorpresa. "Cosa intendi?"
"Mi sembra che stiamo correndo troppo. Che stiamo cercando di costruire un futuro senza davvero fermarci a viverlo."
Elena si fermò un attimo a riflettere. La verità era che entrambi avevano accumulato molte aspettative, troppe, sul futuro, dimenticando di godersi davvero il presente. La libreria, che doveva essere il loro rifugio, stava diventando solo uno spazio dove passavano il tempo senza davvero esserci. Avevano bisogno di fermarsi, di prendersi il tempo per respirare.
Fu allora che Elena propose una pausa. Una piccola fuga, lontano dalla routine quotidiana, per ritrovare la loro connessione senza le pressioni della vita di tutti i giorni. Marco, dopo un attimo di esitazione, accettò.
Partirono per una piccola cittadina sulla costa, un posto che Elena conosceva da quando era bambina. Il mare, con la sua immensità, sembrava quasi un richiamo. Lì, tra passeggiate sulla spiaggia e cene semplici sotto il cielo stellato, Elena e Marco cominciarono a riscoprirsi. Non c’erano parole da dire, solo il piacere di stare insieme, di respirare insieme, senza l’urgenza del futuro.
"Mi sono accorta," disse Elena, una sera, mentre camminavano lungo la riva, "che ho sempre avuto paura di fermarmi. Pensavo che se non continuavo a correre, qualcosa di brutto sarebbe successo. Ma ora... ora vedo che è nel fermarsi che ci si trova davvero."
Marco le prese la mano, sorridendo. "E forse è anche nella lentezza che si scrivono le storie più belle."