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STRUMENTI A LIVELLO COMPORTAMENTALE

Questo processo si avvale dei seguenti strumenti:

a – Struttura e divisione dei settori di lavoro

b.- Struttura dei ruoli e funzioni

c.- Struttura del tempo

d.--Incontro del mattino

e.- Richiamo personale

f.- Esperienza educativa

g.- Attività sportiva

h.- II tempo libero

a.- I settori di lavoro.

 

Essendo una comunità di persone, ha dei bisogni che come gruppo sociale deve soddisfare, per cui si

classificano i tipi di lavori di cui ha bisogno il gruppo e si dividono i residenti in equipes per far fronte a tali

bisogni. E' chiaro che la quantità dei settori dipende direttamente dal numero dei residenti e dai bisogni

Ciò che si pretende insegnare al residente con ii suo lavoro sono prima di tutto il valore de! lavoro stesso:

ognuno ha il diritto-dovere di guadagnarsi il pane quotidiano col proprio lavoro e con questo contribuire al

gruppo di cui fa parte. Apprende come relazionarsi con una equipe, sviluppa le proprie capacità, condivide

e insegna ad altri ciò che sa fare e apprende dagli altri ciò che non sa fare. Anche lo studio deve essere

considerato un lavoro e quindi gli si deve dedicare il tempo al lavoro, ognuno lavori.

Altra cosa da aggiungere e che molto spesso si gerarchizza anche il tipo di lavoro: quello di "bassa forza",

quello meno nobile e più nobile, etc .. Non ha senso se si vuole insegnare che qualunque lavoro, anche il

più umile, fatto bene e con dignità, ha il suo valore per la persona: non è il tipo di lavoro che nobilita o

meno, ma è la persona che dà valore al proprio lavoro.

Un’altra cosa riguarda la mania più o meno aperta di creare tutta una serie di difficoltà al residente,

facendo e rifacendo la stessa cosa tantissime volte senza alcun senso, anzi creando una serie di

risentimenti.

Se il residente è in un processo, bisogna rispettare questo processo, quindi che compia una attività che

conosca e sappia fare. Ciò non significa che deve passare tutto il tempo di comunità in un settore, ma

appena può, quando altri sanno fare bene lo stesso lavoro, l'organizzazione lo permette, e il residente si

sente in grado di procedere in una nuova sfida per un nuovo cambiamento, che cambi di settore e di

attività. Questo gli permette di non adagiarsi, di apprendere cose nuove per il futuro, di conoscere e

relazionarsi con altre persone e nello s tesso tempo di conoscere sempre meglio se stesso.

b.-I ruoli.

Bisogna dividere e ripartire le responsabilità in una forma più reale possibile per raggiungere una buona

organizzazione della casa e del lavoro. Una attenzione va posta al numero di questi ruoli: una

organizzazione con molti "capi" e pochi “indiani” non funzionerà mai, è solo fine a sé stessa. Sempre in

funzione del processo di crescita, i ruoli e le responsabilità sono graduali e quindi bisogna essere in grado di

dare una certa continuità a una funzione e ruolo meno impegnativo per accedere a ruolo più impegnativo.

Chiaro che se una persona dimostra di non essere in grado di disimpegnare una responsabilità, dovrà

lasciarla; come pure se dimostra che il ruolo è solo uno strumento di potere e rifiuta di comprendere che è

un servizio alla comunità di cui è parte.

Non è possibile che tutti possano accedere allo stesso ruolo, perché realmente non vi è il tempo e gli spazi

necessari in modo che tutti possano disimpegnare o provare sé stessi in tutte le funzioni possibili. Così

anche non sarebbe reale che l'anzianità e i vari gradi di responsabilità debbano andare di pari passo. Così i

producono solamente ingiustizie e si riproduce un mondo classista.

Ciò che si pretende insegnare al residente con il ruolo è prima di tutto assumersi delle responsabilità,

rendere conto di queste, imparare ad amministrare l'autorità nelle varie funzioni che svolge senza per

questo rinunciare alla propria umanità.

c.- Struttura del tempo.

La vita di comunità e le varie attività devono avere una strutturazione del tempo, non solo perché questo è

un bisogno umano individuale, ma perché un gruppo sociale non può vivere senza di essa: sarebbe il caos.

In più il residente apprende attraverso di essa una propria disciplina interiore e il rispetto verso gli altri.

Ancora, regolare le varie attività e la vita della casa serve a dare il ritmo al processo sociale e individuale.

d.- Incontro del mattino.

E' uno spazio di tempo dedicato alla revisione e critica dei comportamenti "devianti" di tutti i membri della

comunità, nel quale devono essere presenti anche gli operatori in quanto fanno parte e influenzano

l'ambiente della comunità. In questa revisione e critica si dà anche la linea del lavoro di cambio del

comportamento giornaliero.

Esso consta di due parti: nella prima si criticano i comportamenti individuali dominanti che i residenti

hanno rilevato il giorno prima e che vanno contro il codice della comunità; nella seconda si danno

comunicazioni generali che vanno dalle cose "normali" a quelle fuori de! comune, si risolleva l'atmosfera

con cose amene che i residenti singolarmente o in gruppo possono offrire, riflessioni positive, terminando

sempre con qualcosa d'insieme, in genere un canto.

Come si procede. All'inizio un residente declama ad alta voce la filosofia della comunità, al termine il

coordinatore del giorno (un residente con questa responsabilità) introduce e invita coloro che si sono

prenotati a fare i loro richiami. II richiamo è una critica semplice e breve del comportamento negativo e

l'indicazione di come correggersi. Importante insegnare al residente come fare questa critica che è una

richiesta di cambiamento immediato: l'accento va posto sul rifiuto del comportamento negativo e non sulla

persona. Al termine il coordinatore riassume l'apprendimento scaturito dalle critiche e dà la linea di lavoro

per la giornata, quindi gradualmente introduce la seconda parte dell'incontro che sarà più rilassante

proprio per i contenuti che tratta. A conclusione, prima che i residenti vadano nei loro settori di lavoro, il

coordinatore ricorda nuovamente la linea di lavoro comportamentale.

Durante l'incontro, e a discrezione del coordinatore accettare che altri residenti possano aggiungere le loro

riflessioni o suggerimenti per rinforzare soprattutto il codice comune di comportamento.

Con questo strumento i residente può apprendere diverse cose: prima di tutto l'amore e l'interesse

responsabile verso chi si sta comportando in modo errato; rinforza il senso di appartenenza alla comunità,

rinforza il codice etico, permette al residente di superare i propri sentimenti e la paura del rifiuto, sviluppa

la capacità creativa del residente superando il senso del ridicolo per offrire qualcosa agli altri.

L'incontro del mattino e un ottimo termometro del clima della comunità: se il lavoro è reale o no, se il

processo sta funzionando, se esiste il confronto nei gruppi dinamici. Infine permette di vedere

concretamente ogni giorno singoli comportamenti che cambiano.

e.- II richiamo personale.

E' già definito come strumento dentro l'incontro del mattino, per cui l'unica distinzione è il suo uso nella

vita quotidiana da parte del residente o di un operatore. Essendo la richiesta di un cambiamento

immediato di un comportamento che va contro il codice della comunità, si usa ogni qualvolta la situazione

personale del residente lo necessita. Per cui se tutto va bene, significa che il residente richiamato si rende

conto dell'errore e accetta di buon grado di cambiare, tutto finisce lì. Può accadere che il residente in

questione rifiuta il richiamo o continua il suo comportamento, allora senza insistere, per evitare che la

relazione possa peggiorare, l'altro annota questo sul "quaderno dei richiami" che poi sarà usato il mattino

dopo nell'Incontro del Mattino.

II residente mette in pratica la filosofia dell'auto-aiuto, permette al compagno di rendersi conto di qualcosa

che non va così egli può correggersi, se non viene però ascoltato, senza degenerare in una rissa personale,

manifesta questo comportamento negativo davanti a tutta la comunità perché l'aiuto sia più determinante.

Ricordando che la CT è un grande gruppo di auto-aiuto, il residente ha il diritto-dovere di salvaguardare il

codice della casa, oltre che sviluppare la propria autorità personale, la capacità di assumersi responsabilità

per sé stesso e gli altri superando l'accettazione e l'omertà tipiche del codice del tossicodipendente.

- L'esperienza educativa.

Questa è una "esperienza di apprendimento" alla quale la comunità ricorre quando il residente rompe

unilateralmente il contratto stipulato nell'intervista o con il suo comportamento ripetitivo mostra con

chiarezza che si sta ponendo fuori della dinamica dell'auto-aiuto e quindi il suo processo di crescita

nuovamente bloccato. Lo scopo fondamentale è di aiutare il residente a porsi nuovamente in contatto con

il proprio io, prendere coscienza dell'attitudine che nasconde questo particolare comportamento, e indicare

una direzione per avviare un cambiamento. Quindi si ripristina la relazione contrattuale caratteristica

dell'intervista e il residente è di nuovo nel suo processo di crescita. In sintesi è un momento forte per

compiere un passo nella propria crescita.

Procedimento. Attraverso la critica al comportamento, il residente può percepire nuovamente un

sentimento di colpa, con il quale si rende conto in quale direzione sta nuovamente conducendo la propria

vita e per uscirne è disposto ad accettare una indicazione data la confusione del momento.

Nell'amministrare l'esperienza educativa è necessario disporre di un tempo di “preparazione”, quindi il

“richiamo” vero e proprio, infine il “senso di direzione”.

La "preparazione" consiste nella verifica della proposta, quindi, previo assenso del direttore, l'operatore

sceglie due/tre residenti con le caratteristiche necessarie al tipo di persona che deve ricevere l'esperienza,

tutti prendono conoscenza ed esprimono ciò che pensano della situazione e cosa pensano di fare perché

l'aiuto sia efficace. L'operatore coordina e procede alla divisione dei compiti all'interno dell'esperienza,

quindi si fa entrare il residente nella stanza dove la disposizione e quella tipica dell'intervista.

II "richiamo" è precisamente mettere in luce, partendo dal suo comportamento, i vari aspetti della

situazione, dimostrandogli come sta ritornando a qualcosa di vecchio e controproducente, provocandosi

malessere, ricostruendo meccanismi per non-sentire e perdere il contatto con sé stesso.

II "senso di direzione", consiste nell'indicare a questa persona, nuovamente confusa e sotto pressione, in

quale direzione può orientare la sua azione immediata per riprendere il cammino momentaneamente

interrotto, facendo leva sull'esperienza avuta fino a questo momento, sulle capacità sviluppate e abilità di-

mostrate. Se il processo è stato condotto correttamente, il residente a questo punto è in grado di

comprendere la sua situazione e ha la capacità di esprimerlo con un impegno concreto in direzione dei fatti

accaduti. Se l'impegno lo esprime il residente, è una posizione adulta, se gli si impone una "risoluzione" egli

resta in una posizione infantile vissuta come una necessaria espiazione e castigo. Però in questo modo si

rinforza in lui un senso di incapacità, inferiorità e ribellione.

Terminato, uno dei residenti partecipanti all'esperienza educativa, lo accompagna parlando con lui e

assicurandosi che inizi a digerire l'esperienza appena vissuta e che si riservi di esprimere i sentimenti nel

prossimo gruppo dinamico.

g.- Attività sportiva.

La droga è sintomo di autodistruzione, il fatto che la comunità offra la possibilità di esercitare varie attività

sportive, ha come risultato di ristabilire una certa freschezza e tonalità fisica perduta. Inoltre lo sport,

qualunque tipo, richiede una grande autodisciplina e la capacità di relazionarsi in un gruppo sviluppa la

capacità di unire le forze per conseguire un risultato: è una esperienza di interdipendenza

Questo processo si avvale dei seguenti strumenti: a – Struttura...
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