Gli strumenti che appartengono a questa area sono:
a- l'intervista (contratto terapeutico)
b- il gruppo statico
c- il gruppo tematico
d- il seminario
e- il tempo libero
L'INTERVISTA
Questa è considerata come la "porta" attraverso la quale si entra in CT come membri di pieno diritto, cioè
residenti. E' una verifica delle motivazioni che conducono in CT e la coscienza della necessità di aver
bisogno di aiuto; è un contratto, individuo -CT, di auto-aiuto dove i contraenti chiarificano e si impegnano a
rispettare i termini dell'accordo; è un investimento personale sull'onesta qui ed ora dell'individuo; è
un'esperienza spirituale di amore gratuito.
La ipotesi che soggiace a questo contratto è che ambedue le parti hanno qualcosa da offrire durante un
periodo di tempo determinato con il fine di realizzare l'obiettivo stipulato nel contratto. Il potere
terapeutico del contratte proviene non solo dal fatto che il futuro residente si dà un obiettivo da
raggiungere e lo fa davanti a testimoni che ratificano questo contratto, ma anche l'intensa esperienza che
offre la stessa intervista come strumento di reintegrazione a pieno diritto dalla emarginazione, dalla scelta
di solitudine psicologica necessaria per la partecipazione da protagonista del processo terapeutico.
Le condizioni di base per l'intervista sono:
- l'onestà con se stessi
- motivazioni per cambiare
- impegno di essere aperto a ricevere e dare nella misura che il processo di crescita lo permette
nell'ambiente della CT.
Gli si offrono in cambio:
- La protezione e l'ambiente sociale necessario al suo processo,
- gli strumenti necessari al suo processo di crescita,
- la garanzia dei diritti fondamentali come essere umano,
il supporto integrante, qualificato e professionale, di un gruppo di operatori,
la garanzia che in qualunque momento può decidere di rescindere il suo contratto.
La intervista normalmente si realizza con il residente di fronte a un gruppo di rappresentanti della CT, ai
quali, dopo che questi si sono presentati, si presenta e spiega i motivi che lo portano a chiedere l'aiuto, con
i quali si confronta su questi motivi e quindi così prepara il terreno sopra il quale costruirà il suo contratto
terapeutico. Questa gruppo è composto da residenti e un operatore. I residenti sono scelti in base alle
caratteristiche che possono aiutare e facilitare l'apertura del residente e anche come beneficio per gli stessi
intervistatori. La presentazione che questo gruppo fa di se è importante in quanto aiuterà ad ammorbidire
le resistenze iniziali del richiedente perché è da lui che dipenderà il buon esito dell'intervista.
Il tempo previo di riflessione deve essere molto breve, solo per dare la possibilità al richiedente di
raccogliere le idee e al gruppo di verificare che non ci siano resistenze individuali verso il nuovo residente.
Non bisogna dimenticare che oggi più nessuno proviene direttamente dal carcere o dalla "strada", ma da
una tempo ragguardevole di lavoro preparatorio in Accoglienza. Il breve periodo di riflessione può essere
facilitato dal supporto di un "vecchio" residente o addirittura di un "gruppo" di residenti.
IL GRUPPO STATICO
E' un gruppo d'incontro analitico dove il residente, con l'aiuto dei membri de! gruppo, può lavorare su un
problema specifico che disturba il suo equilibrio o la sua vita di relazione. II procedimento è che realmente
si parta da un qualcosa che nel presente non funziona, quindi si va alla ricerca dove nella storia personale
ha avuto origine, si analizzano fatti, si prende coscienza dell'accaduto se necessario esprimono i relativi
sentimenti, infine si torna al presente in modo da compensare o fare qualcosa per eliminare le
conseguenze. Questo gruppo e si avvale sempre del supporto di un operatore; la metodologia ruota sempre
sull’auto-aiuto; i residenti decidono quando portare un problema dentro il gruppo. Come in tutti i gruppi, le
informazioni che qui si acquisiscono sono soggette al segreto; ai membri del gruppo non interessa stabilire
"la verità dei fatti" ma il vissuto che l'individuo ha di questa; nessuno, neanche l'operatore, può demolire i
meccanismi di difesa dell’individuo perché questi proteggono la sua integrità; nessuno ha il diritto di
emettere giudizi. Se il conflitto che emerge è in relazione con una persona concreta vivente, bisogna fare in
modo che l’individuo risolva il problema nella realtà, e se ciò non fosse più possibile, si aiuta l'individuo a
farsi cosciente che oggi la situazione non è la stessa, quella o quelle persone non sono le stesse e lui non è
lo stesso. Se ci sono residenti molto giovani e con poche esperienze traumatiche non vanno messi in gruppo
con persone molto traumatizzate. Infine rispettare sempre il ritmo del gruppo: lo stesso giorno, la stessa
ora, lo stesso luogo.
Una caratteristica molto importante del gruppo statico e che in esso avviene la terapia vicaria, vale a dire
che anche se lavora una o due persone direttamente, i risultati ridondano a beneficio di tutti i membri a
causa del processo di identificazione che avviene dentro il gruppo.
Se idealmente dividiamo il tempo del processo in CT, possiamo dedicare, sempre con la relatività
necessaria, circa tre-quattro mesi al tema “chi sono io”, lo stesso al tema "le mie relazioni affettive e
familiari" è così al tema "le mie relazioni sociali".
Data la natura del gruppo Statico, il fatto che i membri del gruppo lavorano insieme circa tre mesi in un
incontro settimanale, ogni residente ha la possibilità di approfondire con le stesse persone non solo i
problemi individuali, ma anche le relazioni umane, superare i pre-giudizi sociali e probabilmente creare le
basi di qualche amicizia vera e duratura.
Tenendo conto della divisione fatta sopra, il primo incontro di ogni serie di gruppi statici, deve essere un
gruppo esteso con il quale si crea l'atmosfera, il clima di confidenza e rispetto necessari perché ognuno
possa rischiare di parlare di sé; _come anche l'ultimo della serie deve essere un gruppo esteso con il quale
si tenta una revisione generate del processo del gruppo e un bilancio dell'apprendimento. Questi due
gruppi, il primo e l'ultimo, una volta che il processo di vita comunitario è in marcia, risulteranno meno
complicati di come possano apparire teoricamente.
Alla fine di ogni ciclo di gruppi, i residenti ruotano in altri gruppi per un altro ciclo, in modo da pater loro
offrire di ripetere l'esperienza con gente diversa, con una esperienza diversa e ognuno con un livello di
crescita personale e sociale sempre diversa. In questo modo ogni persona ha la possibilità di esporsi a una
serie di relazioni molto profondi e significative che la arricchiranno per tutta la vita. In tutto questo si
consiglia sempre di non forzare mai il residente a esporre un problema se egli non è maturo per farlo o a
parlare di un problema che nel suo "qui e ora" non interessa.
IL GRUPPO TEMATICO
II concetto di gruppo tematico consiste nel fatto che il tema sul quale il gruppo va a lavorare viene
prestabilito prima e fuori de! gruppo. Quindi possono essere una serie di gruppi utili in ogni fase del
programma ma soprattutto in CT e hanno caratteristiche distinte uno da un altro. Vi sono alcuni che si
realizzano in tappe concrete del programma, come, ad esempio, il gruppo Sonda, il gruppo di Conoscenza,
di Programmazione, di Alcol etc., e altri che si possono fare secondo le situazioni e le necessità di tutta la
comunità.
Il gruppo Sonda è un gruppo senza confronto, senza limite di tempo, nel quale si parla di un tema in
profondità. L'operatore in questo gruppo partecipa iniziando a parlare della propria esperienza personale
per avviare il dialogo e creare un clima senza timore di giudizio. Non importa se il materiale cui si fa
riferimento proviene dalla realtà, dalla esperienza, dalla fantasia o dai sogni.
Generalmente i temi oggetti del gruppo sonda sono tre; sessualità, famiglia, relazione sociale. Per questo il
gruppo lavora solo in forma di condivisione, chiarendo, informando demistificando ciò che per il residente
spesso assume un vissuto drammatico e pregiudizievole. ·.
Il materiale acquisito dal residente in questo gruppo può essere elaborato poi sia nel gruppo statico sia nei
colloqui. Come orientamento, si suggerisce che il Sonda sessualità si faccia nel primissimo periodo di CT; il
Sonda famiglia quando è vicino l'incontro familiare; il Sonda società quando il residente e nell'ultima fase di
CT e si sta preparando al Reinserimento.
Aggiungiamo che oltre questi temi frequentemente sviluppati nel programma, vi sono altri gruppi tematici
come il gruppo di Auto-valutazione, gruppo fotografia, gruppo onestà, gruppo di imitazione di immagini,
etc.
IL SEMINARIO
E' uno strumento per informare e formare nel quale si presuppone che i partecipanti abbiano la possibilità
di esprimere ciò che pensano e sanno sul tema da trattare e il ruolo del conduttore è un ruolo di animatore,
moderatore, supporto e sintesi della conoscenza che si sta offrendo da tutti. Si distingue da una lezione
dove un insegnante insegna ciò che sa a degli alunni che non sanno, o da una conferenza dove un relatore
espone un tema e poi i partecipanti fanno delle domande. II concetto del seminario e apprendere per gradi
dove la conoscenza di ciascuno diventa conoscenza di tutto il gruppo, quindi il processo di apprendimento è
generale. In questo modo chi sa di meno non resta schiacciato dal giudizio di chi sa di più non può
inorgoglirsi, diventa una condivisione di conoscenze nella filosofia dell'auto-aiuto. Ciò presuppone che
qualunque partecipante è considerato non come un “vaso vuoto” da riempire, ma come un contenitore da
cui far emergere la conoscenza.
Questo strumento si utilizza soprattutto con quei temi più difficili da trattare perché fanno riferimento
all'educazione ricevuta, ai condizionamenti e alle repressioni.
IL TEMPO LIBERO
Prima di tutto bisogna ridefinire che cosa è e poi l'importanza che occupa nel processo terapeutico-
educativo. Non è un tempo da riempire perché non si sa come occuparlo; non è un tempo da organizzare
ad ogni costo dagli operatori, altrimenti i residenti "chissà" come lo usano; non è un tempo secondario
sottomesso al terapeutico; non è un tempo che procura fastidio agli operatori, squalificando altri
collaboratori che se ne occupano; non è un tempo da "consumare" durante la settimana o il fine settimana.
Per tempo libero si intende uno spazio temporale strutturato libero da qualunque attività costrittiva a
disposizione della creatività personale.
II tempo libero è uno "strumento" educativo e terapeutico. Permette di scoprire le carenze esistenziali, i
vuoti interiori, la mancanza di interessi, l'incapacità a stare con se stesso e a rispondere creativamente alle
proprie necessità. Permette di sviluppare capacità insospettabili e non va finalizzato soltanto al riposo o a
fare attività ricreative, ma ad attività alternative e creative: tutto questo non può che portare ad un
benessere. Inoltre non bisogna dimenticare che l'uso e l'abuso di droga iniziò proprio durante il tempo
libero.
Bisogna offrire la possibilità al residente in CT di rieducarsi al tempo libero e all'uso di questo. Quindi
organizzare la struttura e la divisione del tempo in modo che i residenti abbiano ogni giorno a disposizione
del tempo libero. Tutti devono lavorare otto ore, ma la giornata non è fatta solo di otto ore, è composta di
24 ore, di cui otto per il lavoro, otto per il tempo libero e otto per il riposo. Sappiamo organizzare e
riempire molto bene le ore dedicate al lavoro, ovviamente anche quelle dedicate al riposo, ma non
altrettanto bene quelle dedicate al tempo libero. Concepire una giornata divisa in questo modo, ci obbliga a
riconsiderare i pregiudizi personali e sociali e le carenze sul piano culturale dell'uso e abuso del tempo
libero.
Così anche il fine settimana va rivisitato alla luce di queste considerazioni. II tempo libero, come dicono gli
antropologi, è un tempo "forte" e "sacro", non sta dedicato al consumo o alla produzione. E' uno spazio di
tempo non sottomesso e condizionato agli obblighi del lavoro, della professione, della famiglia. E' un tempo
dove la persona non sta obbligata a fare nulla e nello stesso tempo può fare tutto ciò che le interessa fare:
è lo spazio che appartiene a sé stessa.
Riconosciamo al tempo libero tre dimensioni:
a- Riposare
b- divertirsi
c-sviluppare la personalità
Come spazio educativo si tratta di trovare la realizzazione della persona nella creatività di ciò che
liberamente ha scelto e realizzato e tentare di essere felici perché questa è l'aspettativa dell'essere umano.
E' uno spazio educativo perché non si tratta solamente di "liberare" il tempo ma di suscitare "persone
libere".
Educare al tempo libero, significa orientare i residenti perché diventino giovani capaci di scegliere e
inventare attività che favoriscono il proprio sviluppo personale. II tempo libero e importante in quanto in
esso troviamo la possibilità di incontro con noi stessi, con i nostri interessi reali, con i nostri desideri in
quanto ci permettono di essere liberi.
Gli elementi educativi del tempo libero sono:
a- Il sentimento di crescere e avanzare il libertà
b- Il contatto con la realtà
c- Mezzi materiali per sviluppare le nostre potenzialità nel campo della cultura e desideri della personalità
d- Stabilire una rete di contatti personali liberamente scelti
Gli obiettivi di una azione pedagogica in tal senso sono:
a- Situare criticamente la persona davanti la realtà che sta vivendo
b- Aiutare a fare coscienti i suoi interessi e necessità in questo ambito
c- Facilitare il contatto con le diverse possibilità che vengono offerte socialmente per il tempo libero
d- Creare le proprie risposte alle necessità del proprio tempo libero
e- Spingere verso relazioni sociali che siano sincere, reali e libere