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Attacco al ventre dell'Europa

I primi mesi del 1943 videro la chiusura della lunga campagna dell'Africa settentrionale. Gli italo-tedeschi di Rommel, ritiratisi dalla Libia, si erano attestati in Tunisia stretti a est dalla Eighth Army di Montgomery proveniente dall'Egitto e a ovest dalle truppe anglo-statunitensi del generale Dwight D. Eisenhower provenienti dall'Algeria. Anche sfruttando l'impreparazione degli statunitensi, Rommel riuscì a tenere per diversi mesi la posizione e a ottenere ancora un successo nella battaglia del passo di Kasserine in febbraio, ma dopo il fallimento di una sua offensiva contro i britannici in marzo fu richiamato in Europa e sostituito dal generale Hans-Jürgen von Arnim. Progressivamente privati dei rifornimenti a causa del blocco del canale di Sicilia imposto dalle preponderanti forze aero-navali degli Alleati, gli italo-tedeschi capitolarono infine il 13 maggio lasciando circa 200 000 prigionieri in mano al nemico[90]. Come proseguire le operazioni era oggetto di forti discussioni tra statunitensi e britannici: i primi volevano concentrare uomini e mezzi in vista di un'invasione della Francia da attuarsi già nella primavera del 1943 (operazione Round-Up), ma nel corso della conferenza di Casablanca in gennaio Churchill, più interessato a consolidare gli interessi britannici nello scacchiere orientale e meridionale, riuscì a imporre il suo punto di vista per un'offensiva nel teatro del Mediterraneo, dei Balcani e del Mar Egeo, da lui definito come il "ventre molle dell'Europa"

 

 

 

Preceduto da azioni preliminari contro Pantelleria e Lampedusa, il 9 luglio 1943 ebbe quindi inizio lo sbarco in Sicilia dei reparti alleati: truppe britanniche, statunitensi e canadesi sgominarono nel corso di duri scontri la resistenza delle forze italo-tedesche, costrette ad abbandonare l'isola il 17 agosto seguente. La perdita della Sicilia fu un colpo mortale per il regime fascista italiano: messo in minoranza dallo stesso Gran consiglio del fascismo nel corso di una tempestosa riunione il 25 luglio, Mussolini fu destituito dal re Vittorio Emanuele III e posto agli arresti, venendo rimpiazzato alla guida del governo dal maresciallo Pietro Badoglio. Benché il nuovo governo si affrettasse a proclamare l'intenzione di continuare la guerra a fianco della Germania, si svilupparono subito complicate trattative sotterranee per giungere a una pace separata con gli Alleati; le trattative approdarono infine alla stipula dell'armistizio di Cassibile il 3 settembre, che le parti convennero di tenere segreto fino al momento dello sbarco degli Alleati nella penisola italiana. Intanto, per celare l’avvenuto armistizio, sui campi di battaglia si continuava a combattere: emblematica fu la morte del leggendario “asso” Giuseppe Cenni, il 4 settembre, che, giovanissimo comandante del 5º Stormo, perse la vita nel tentativo di ostacolare l’invasione Alleata della Calabria.

 

 

 

I tedeschi si erano tuttavia premuniti per fronteggiare un voltafaccia dell'Italia, e quando l'armistizio venne reso noto la sera dell'8 settembre scatenarono la loro rappresaglia: nel corso della cosiddetta operazione Achse, i tedeschi attaccarono e disarmarono le truppe italiane dislocate tanto nella penisola quanto nei territori occupati in Francia, Jugoslavia e Grecia; privi di organizzazione che avrebbe dovuto essere dettata dall'alto comando fuggito da Roma con il re e il governo, i reparti italiani opposero una resistenza disorganizzata, sbandandosi in gran numero e venendo sopraffatti. I tentativi di opposizione organizzata furono sconfitti al termine di sanguinosi scontri, conclusisi spesso con ondate di esecuzioni sommarie di soldati italiani da parte dei tedeschi: fu questo il caso della Divisione "Acqui" a Cefalonia o di varie guarnigioni italiane nel Dodecaneso, interamente occupato dai tedeschi a metà novembre al termine di una dura campagna nonostante l'intervento di alcuni reparti britannici. Almeno 800 000 soldati italiani caddero in mano ai tedeschi unitamente a tonnellate di equipaggiamento militare; la flotta italiana riuscì invece a sottrarsi alla cattura e a consegnarsi agli Alleati a Malta, nonostante la corazzata Roma fosse stata colata a picco dai tedeschi con la morte di buona parte dell'equipaggio. Mussolini fu liberato dai tedeschi e posto a capo di un governo sedicente creato dall'invasore tedesco nell'Italia occupata, la Repubblica Sociale Italiana.

 

Mentre era in corso il disarmo dell'esercito italiano, gli Alleati avevano dato il via all'invasione della penisola la mattina del 9 settembre: mentre reparti della Eighth Army britannica sbarcavano a Taranto e avanzavano in Puglia contro una debole resistenza, gli statunitensi della Fifth Army presero terra a Salerno dovendo però subito fronteggiare l'opposizione dei reparti del feldmaresciallo Albert Kesselring. Dopo aver rallentato l'avanzata anglo-statunitense, i tedeschi ripiegarono metodicamente, infliggendo dure perdite, sulle varie linee difensive stabilite sugli Appennini Meridionali; alla fine dell'anno le intemperie invernali e l'abile condotta dei Kesselring condussero alla definitiva stabilizzazione del fronte sulla cosiddetta Linea Gustav, imperniata sulle difese di Cassino. L'avanzata era, almeno per il momento, finita: alla conferenza di Teheran a fine novembre, il primo incontro faccia a faccia tra Roosevelt, Churchill e Stalin, gli anglo-statunitensi convennero definitivamente di relegare in secondo piano le operazioni nel Mediterraneo e di concentrare le forze principali in vista dello sbarco nella Francia settentrionale.

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