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Sapori nell'Arte

L'Ultima Cena di Leonardo da Vinci rappresenta in assoluto una delle opere d'arte più importanti di tutti i tempi, sia per la sua carica innovativa che per l'impatto che ebbe sugli artisti di tutte le epoche, dai contemporanei a Warhol. Leonardo rappresenta il momento più drammatico del Vangelo quando Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli "In verità vi dico uno di voi mi tradirà". È una scena agitata attorno al fulcro immobile costituito dalla figura di Gesù, che si richiama al Cristo Giudice del Giudizio Universale. Attorno a lui convergono gli apostoli sistemati a gruppi di tre, secondo le diverse reazioni alle parole di Cristo: di domanda, di scandalo, di timore, di commozione, "i moti dell'animo"..

Da notare anche come i movimenti degli apostoli sono più convulsi verso il centro del tavolo e più pacati verso gli estremi. Questo perché, come avviene nella realtà, le parole vengono udite con più difficoltà all'aumentare della distanza, secondo le leggi acustiche che Leonardo studiava proprio in quegli anni: "il più vicino meglio intende il più lontano manco ode". Tutta la scena è illuminata da una luce fredda e limpida che rivela in modo analitico i particolari della scena, estremamente raffinati: i cibi, i piatti, i bicchieri in vetro trasparente, le stesse pieghe della tovaglia che creano delle straordinarie nature morte

 

 LA PICCOLA MACELLERIA

DESCRIZIONE. DUE PROFESSIONISTI AL LAVORO NELLA LORO MACELLERIA

Due macellai espongono con cura la carne macellata. Il giovane di sinistra con la camicia rossa ripone il grande coltello nel fodero che pende dalla vita. Quello di destra, invece, appende grossi pezzi di carne ai ganci, in alto. A destra, è appesa la metà del corpo macellato di un vitello. A sinistra, pende dall’alto un capretto e a terra è posata la testa mozzata di una pecora. Dietro ai due macellai si trova il banco sul quale vengono esposte le fette di carne. La bottega è costruita in solide assi di legno nelle quali sono conficcati i ganci di ferro che servono per esporre la merce.

LO STILE DEL DIPINTO PICCOLA MACELLERIA DI ANNIBALE CARRACCI

Annibale Carracci applicò il colore in modo diretto, senza stendere, ulteriormente, la pasta colorata. Inoltre, le forme furono elaborate in corso d’opera e, alcune di esse completate con diverse sovrapposizioni. Il modellato delle figure, poi, è deciso, in qualche caso, quasi abbozzato. I corpi e i panneggi dei macellai sono dipinti allo stesso modo della carne esposta. I  giovani al lavori sono sobri e molto professionali. Sono diversi da quelli di autori quali Bartolomeo Passerotti. L’artista realizzò alcune scene di genere e nelle sue rappresentazioni i personaggi esprimono una certa grossolanità.

Annibale, invece, dona una grande dignità professionale ai protagonisti della scena. Alcuni storici fanno notare che il padre di Ludovico, cugino dell’artista, era macellaio. Probabilmente questa conoscenza del mestiere favorì la scelta di trattare un tema così inusuale. Infine, il giovane macellaio di destra assume una posa monumentale ed eroica. Somiglia, infatti, nella postura, ad un cavaliere che estrae la spada dal fodero.

IL COLORE E L’ILLUMINAZIONE

I colori utilizzati per dipingere Piccola Macelleria sono terrosi. I toni, infatti, tendono all’ocra, con qualche variante di maggiore o minore luminosità. Il rosso della carne e della camicia del macellaio di sinistra, poi, sono molto evidenti. Inoltre, i pantaloni dell’altro macellaio, di colore verde, creano un contrasto di complementarità con il rosso. L’illuminazione proviene dal centro. Le ombre che si formano nelle travi e a terra conferiscono un notevole senso di realtà.

LO SPAZIO

La struttura di legno della Piccola Macelleria è il palcoscenico sul quale Annibale Carracci ambienta la scena. I protagonisti e la merce appesa sono compresi in uno spazio poco profondo che coincide con i pochi metri di profondità della bottega.

LA COMPOSIZIONE E L’INQUADRATURA

 

La composizione è simmetrica, con i due macellai disposti in modo equilibrato a destra e a sinistra della verticale centrale. Diversamente da altri dipinti di genere, le figure dei protagonisti sono intere e i personaggi impegnati nel loro lavoro. Questa scelta dell’artista dimostra, forse, la sua intenzione di celebrare il lavoro dei due macellai.

BACCO

UN BACCO ADOLESCENTE CON NATURA MORTA DI CARAVAGGIO

Questo Bacco adolescente dipinto da Caravaggio fa parte del suo periodo chiaro. Sono, infatti, ancora assenti i profondi scuri ambientali che hanno reso famose le sue opere. Nel Bacco adolescente la critica ha individuato elementi contraddittori nella scelta del soggetto ritratto. Il Bacco, infatti, ha un aspetto molto realistico, sembra la fedele rappresentazione di un ragazzo del popolo. L’abbigliamento e la posizione sono, però, classici ed eleganti. Di fronte al Bacco, sul tavolo, verso destra Caravaggio ha dipinto una piccola di natura morta con frutti. Questo genere era molto diffuso nel nord Europa, presso la cultura fiamminga. Fu Caravaggio a portare la natura morta, come genere a sé stante, in Italia. Fu, così, che a Roma nacque una scuola che sviluppò il genere della Natura Morta con caratteristiche diverse da quelle fiamminghe.

IL COLORE E L’ILLUMINAZIONE DEL BACCO ADOLESCENTE

In centro si trova Bacco adolescente illuminato da una luce che colpisce interamente la sua figura. Il busto, soprattutto nella zona centrale riflette la luce intensa e si avvicina alla chiarezza della tunica che avvolge la metà sinistra del suo corpo. Il tavolo è chiaro e fa da sfondo alla natura morta dipinta sulla destra. A sinistra emerge contro i il panneggio chiaro la bottiglia ovale di vino. Il volto di Bacco ha una componente più vivace e le gote, come le labbra, risultano arricchite di un tono rosa più acceso. Tra i capelli, scuri, vi sono delle foglie di vite autunnali poiché già parzialmente secche, gialle e rosse. Il fondo è monocromatico, bruno e illuminato debolmente dietro alla figura di Bacco.

LO SPAZIO E LA PROFONDITÀ

Lo spazio rappresentato è limitato al primo piano nel quale siede Bacco con l’elaborato bicchiere tenuto dalla mano sinistra. In primissimo piano si trovano a sinistra la bottiglia piena di vino e a destra la natura morta di frutta autunnale. Dietro il tavolo il dio è seduto e rivolto leggermente a destra. Dietro di lui non si intuisce alcuna profondità se non lo sfondo monocromatico che fa risaltare la figura grazie al contrasto di chiarezza.

LA COMPOSIZIONE

Bacco si trova al centro delle diagonali geometriche del rettangolo. La fascia in basso è occupata dalla bottiglia e dalla natura morta appoggiate sul piano. Intorno al busto di Bacco si articolano simmetricamente gli altri elementi. Da una parte il panneggio poggiato sui cuscini e dalla parte opposta, a destra il bicchiere tenuto nella mano sinistra. La simmetria, si riproduce in basso, con la bottiglia a sinistra e la natura morta a destra. L’asse centrale rappresentato dal corpo di Bacco viene declinato verso destra dalla leggera inclinazione del volto che, però, riporta l’asse centrale in alto attraverso la massa dei capelli e di foglie di vite che si trova leggermente più indietro rispetto al volto e quindi in centro al dipinto.

LA VUCCIRIA

Uno dei capolavori del pittore siciliano Renato Guttuso, oggi esposto al Palazzo Chiaramonte-Steri di Palermo, venne realizzato nel 1974, quando l’artista aveva 63 anni ed era nel pieno della sua maturità artistica ed espressiva.

La Vucciria è un grandioso quadro che immerge lo spettatore in una scena di vita quotidiana in uno dei più affascinanti mercati di Palermo, ricco di realismo grazie al dettaglio delle carni e dei pesci tagliati a metà.

Il termine vucciria deriva dal francese boucherie, in italiano macelleria, poi italianizzato in bocceria e infine sicilianizzato per essere usato oggi con il significato di confusione, cioè quel miscuglio incomprensibile di voci, di persone, di oggetti, di espressioni e di azioni tipiche del mercato.

Questo conduce alla struttura del mercato palermitano, che ricorda moltissimo i suk, quei mercati organizzati in corporazioni, nati dalla cultura degli arabi, che furono i padroni della Sicilia tra il IX e il X secolo.

Chi osserva il quadro è affascinato dalla Vucciria della gente e della merce, con i passanti che si districano in un contatto fisico cui sono abituati a causa del poco spazio lasciato le grandi bancarelle. L’unica porzione di strada visibile è uno spazio ai piedi di una donna con il vestito blu.

Lo spazio viene scandito ritmicamente dalle cassette ricche di pesci e di crostacei a sinistra, dal marmo, dove il pescivendolo mette in bella mostra le teste dei pescispada, fino alle casse di frutta e verdura che circondano i passanti, senza dimenticare la macelleria con il realismo crudo delle carni appese sugli uncini da carnezziere.

L'Ultima Cena di Leonardo da Vinci rappresenta in assoluto una delle...
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