L'esigenza di nuove forme di spiritualità
Nel I e II secolo d.C., il cristianesimo si diffuse rispondendo al bisogno di una relazione personale con il divino e di risposte sull'aldilà, ignorate dalla religione romana tradizionale. Anche i culti misterici, basati su riti segreti e promesse di salvezza, affrontavano tali inquietudini senza sostituire la religione pubblica.
Il sincretismo religioso
Nell'Impero il sincretismo favori la fusione tra la religione romana e dottrine orientali, alimentato da scambi culturali e religiosi nei commerci e nell'esercito.
Le risposte filosofiche: stoicismo e neoplatonismo
Le élite si rivolsero alla filosofia: lo stoicismo predicava un dio unico e universale, mentre il neoplatonismo di Plotino vedeva il mondo materiale come un'illusione e proponeva la liberazione dell'anima per tornare al divino. Questo pensiero, simile al cristianesimo per ascetismo e misticismo, ne facilitò l'adozione presso i ceti più elevati.
Il confronto con la cultura classica: i "Padri della Chiesa"
Dal II secolo d.C., pensatori cristiani come Clemente di Alessandria integrarono elementi della cultura classica nella dottrina cristiana, salvando i testi antichi e gettando le basi della filosofia cristiana, decisiva per la civiltà europea successiva.