La parabola è una delle curve coniche note sin dal mondo classico: è stata studiata da Menecmo (380-320 a.C.), allievo di Platone e di Eudosso, mentre affrontava il problema della duplicazione del cubo: come determinare gli spigoli di un cubo che abbia un volume doppio rispetto a quello di un cubo assegnato.
Anche Euclide ha scritto sulla parabola e il suo attuale nome, come quello dell’ellisse e dell’iperbole, venne definito da Apollonio di Perge (262-190 a.C.) nella sua opera sulle coniche.
La parabola si ottiene per intersezione tra un cono circolare e un piano disposto parallelamente a una generatrice del cono stesso. È definita come il luogo dei punti del piano equidistanti da una retta (direttrice) e da un punto (fuoco). È una curva aperta, con un solo vertice collocato sull’unico asse di simmetria della curva nel punto medio tra la direttrice e il fuoco; proprietà caratteristica della parabola è che ogni linea parallela all’asse si riflette nel fuoco della curva e viceversa.