L’uomo primitivo e il suo bottino
Per un lunghissimo lasso di tempo che abbraccia tutti i periodi paleolitici, l’umanità ebbe una nutrizione basata esclusivamente sulla caccia, sulla pesca e sulla raccolta dei prodotti spontanei del mondo vegetale. Prima di ciò, l’uomo si nutriva essenzialmente di piccoli, se non piccolissimi animali, tipo termiti, cavallette, formiche e topi. Sembra che dopo questa prima fase, i primi Ominidi furono essenzialmente predatori di carcasse di animali abbattuti da grandi carnivori della savana. In seguito gli animali cacciati furono i grandi mammiferi tra cui elefanti, rinoceronti, cervidi, felini, orsi; più facile fu probabilmente la caccia a mammiferi di taglia minore, quali marmotte, i caprioli, i ghiottoni, i castori, le lepri. Frequente dovette essere la caccia ai bovidi e agli equidi, come attestano le numerose manifestazioni d’arte. In seguito, con il passere del tempo, sempre più popolazioni trovarono sfogo nella pesca, soprattutto quelle più vicine ai corsi d’acqua o al mare, utilizzando piccoli arnesi quali: arpioni e altre armi da getto.
L'alimentazione nell'antico Egitto
Gli antichi egiziani ritenevano che la vita continuasse dopo la morte e che l’anima avesse ancora bisogno di mangiare, di bere e di tutte le cose di cui godeva in vita; è grazie a questo importante concetto che noi siamo in grado di conoscere in modo abbastanza approfondito gli usi alimentari e le caratteristiche delle mense di questo antico popolo. Nei corredi funerari delle tombe egizie infatti non venivano deposti solo i beni personali del defunto, ma anche abbondanti cibi e bevande conservati in vari tipi di contenitori, che dovevano garantire al morto di che sopravvivere nell’aldilà; spesso questi cibi e contenitori sono arrivati intatti fino ai giorni nostri.Naturalmente i reperti dei corredi e le immagini delle tombe ci hanno tramandato le usanze alimentari di personaggi con buone possibilità economiche: l’abbondanza di disponibilità di cibo, che non tutti potevano permettersi, era ovviamente indice di ricchezza; anche nella statuaria egizia si può notare che l’adipe presente sul corpo di alcuni personaggi indica un alto livello sociale e grandi possibilità economiche.
Il pane e la birra
Il pane e la birra erano la base dell’alimentazione degli antichi egiziani e pertanto costituivano anche la base delle offerte funerarie per i defunti, come riporta la classica formula dell’offerta che compare sulle stele e su numerosi oggetti dei corredi delle tombe. A conferma dell’importanza di questi alimenti venivano deposti nelle tombe dei modelli di servitori, caratteristici dell’antico Regno, che raffigurano donne in atto di macinare cereali o di preparare la birra per l’anima del defunto. La coltivazione dei cereali era una delle attività più importanti del popolo egizio, fin dall’epoca predi nastica. I cereali coltivati nella valle del Nilo erano essenzialmente tre: il farro, un tipo di frumento e l’orzo. I pani d’orzo servivano soprattutto alla fabbricazione della birra. Prelevati dal forno prima della completa cottura, venivano imbevuti di liquore di datteri e lasciati a fermentare; quindi venivano pressati e filtrati attraverso un setaccio.
Vino e olio
La coltivazione dell’uva, sia come frutto che per produrre il vino, è attestata in Egitto fin dall’epoca Protodinastica, anche se come bevanda non ebbe mai la diffusione e l’importanza che ebbe invece la birra. Le scene che appaiono sulle pareti delle tombe ci mostrano che le vigne erano di solito a forma di pergolato e che la pigiatura dell’uva dopo il raccolto era eseguita con i piedi dentro grandi catini, proprio come si è fatto fino quasi ai giorni nostri. I residui della pigiatura poi venivano spremuti ulteriormente tramite presse a sacco: alle estremità del sacco erano infilati due bastoni che girando in senso contrario lo torcevano e lo strizzavano, lasciando uscire il liquido rimanente. Il succo ottenuto era versato in anfore e lasciato fermentare, quindi le anfore venivano tappate; sulla loro spalla era di solito applicata un’iscrizione con l’indicazione dell’annata e del luogo di produzione del vino.
La carne e il pesce
La caccia e la pesca furono tra le attività più praticate nell’antico Egitto fin dall’epoca Preistorica e naturalmente hanno sempre fornito carne e pesce per l’alimentazione degli egiziani. In epoca storica la caccia, almeno per quanto riguarda gli animali di grossa taglia, rimase come attività di tipo sportivo da parte dei ricchi nobili, che spesso si dedicavano a cacciare nel deserto o lungo il Nilo lepri, leoni, gazzelle, ippopotami, e così via. Rimase invece sempre molto praticata la caccia agli uccelli, non solo come divertimento di personaggi facoltosi, ma soprattutto per riempire, insieme al pesce, le mense delle famiglie dei ceti più bassi: si tratta soprattutto di piccioni, anatre, oche, gru e vari tipi di uccelli acquatici. I volatili venivano catturati mediante una rete tesa su uno specchio d’acqua tra due pertiche: tirando da riva una corda, le pertiche si ribaltavano chiudendo la rete e tutti gli uccelli che vi si erano posati ignari. A riva i volatili venivano subito uccisi, spennati, ripuliti delle interiora e messi sotto sale dentro grosse giare, per essere conservate.Altri animali allevati per l’alimentazione erano i conigli e i maiali, ma la carne di questi ultimi era esclusa dalle offerte funerarie e da quelle dedicate alle divinità nei templi; nell’antico Regno è attestato anche l’allevamento di alcune specie selvatiche, come le iene e le gazzelle.
A tavola con i babilonesi
Abbiamo poche ricette dei Babilonesi, comunque loro preparavano dei bolliti di carne che condivano con olio di sesamo e d’oliva. Per dolcificare usavano miele e frutta che era mangiata fresca. Fra le bevande, le più diffuse era la birra che comparve per la prima volta in Mesopotamia e poi divenne in uso comune in tutta l’Asia Minore e in Egitto, dove c'erano terre ricche d’orzo e grano necessario per la sua preparazione. La birra era usata come dissetante; quell’antica non era simile a quella moderna perché per aromatizzarla si usava il succo di datteri invece che il luppolo. Come oggi accanto alla birra si beveva il vino che era largamente consumato in Palestina dove si produceva di buona qualità.
I sumeri
I Sumeri avevano un’ alimentazione molto varia . Questi cibi erano ricavati dall’agricoltura e dall' allevamento ed erano : grano , orzo , sesamo , legumi come fave ( fagioli verdi e grandi ) piselli e lenticchie , con la farina cucinavano focacce e pane . Coltivavano aglio , cetrioli , alberi da frutto come : datteri , fichi , meli , melograni , noci , peri , albicocchi... . I Sumeri producevano la birra. Allevavano equini , suini , ovini e bovini da cui ricavavano latte e carne. Mangiavano anche le cavallette! I Sumeri usavano ben 300 tipi di pane e 100 tipi di minestre. I ricchi andavano a tavola due volte al giorno : la mattina e la sera. I commensali mangiavano cibi serviti in camera , sul divano , all'ingresso e in giardino. Il cibo fondamentale dei Sumeri poveri era diventata la coltivazione della palma da datteri che era più economica rispetto ai cereali. I datteri erano molto grandi e venivano conservati nel miele come l'uva e i fichi.
Abitudini alimentari dei Sumeri
I Sumeri appresero innanzitutto a tostare i cereali (come l'orzo, il frumento e il miglio e poi a macinarli grossolanamente e a ricavarne polente e in alcuni casi a panificarli. I primi animali domestici furono le pecore e le capre (che fornivano, oltre alla carne e al latte, anche il vello); seguirono i maiali e da ultimo i bovini (cibo principalmente destinato alle classi superiori). Non dimentichiamoci che tra le rive del Tigri e dell'Eufrate vi era abbondanza di pesci.
Inoltre i Sumeri conoscevano birra, vino e olio.
Una dieta vegetariana
La dieta dei Sumeri era largamente vegetariana in quanto i bovini erano considerati animali da lavoro e macellati solo al termine della loro vita lavorativa. Il pesce, invece, veniva consumato normalmente. Delle abitudini alimentari delle genti, che via via popolarono questo territorio, si conosce ben poco; sono rimaste, a testimonianza dei loro usi alcune tavolette scritte in accadico, risalenti al 1700 a.C., attribuite ai Babilonesi. Su queste tavolette sono incise alcune ricette dei piatti più comuni. Da queste traspare che si cercava di arricchire le pietanze con piante aromatiche, come samidu, porro, aglio, cipolla, cumino, coriandolo, shuhutinnu e surunno, che ne esaltavano i profumi ed i sapori. La lavorazione dei cibi era anche dettata dalla necessità di conservarli o di renderli più igienici: la bollitura dei cibi ed in particolare delle carni, che venivano poi per lo più condite con olio di oliva o di sesamo, era molto diffusa. Per dolcificare alcune pietanze si usava il miele e la frutta secca.
Il pane
I Sumeri avevano imparato l’arte della panificazione; usavano circa 100 tipi di pane. Può darsi che il pane fosse cotto per favorirne la conservazione ed il trasporto. I Sumeri avevano scoperto, forse casualmente, che la fermentazione di frutta o cereali produceva delle bibite alcoliche dal sapore molto accattivante.