La Tundra
La tundra è caratterizzata dalla mancanza di specie arboree, poiché la crescita degli alberi è ostacolata dalle bassissime temperature e dalla breve stagione estiva. Nelle regioni artiche il terreno rimane ghiacciato per gran parte dell’anno e dunque è impossibile per le piante mettere radici e svilupparsi. L’unica vegetazione presente è la tundra, fatta di erbe basse, muschi e licheni, che crescono nei mesi più caldi, dopo il disgelo, sul terreno imbevuto d’acqua. (o vasta formazione vegetale) proprio delle regioni subpolari e occupa zone dell'emisfero dove la temperatura media annuale è inferiore allo zero. Il suo limite settentrionale sono i ghiacci polari perenni (banchisa polare e calotte glaciali), mentre a sud essa si arresta alle prime formazioni forestali della taiga (foresta boreale). La tundra è caratterizzata dalla mancanza di specie arboree, poiché la crescita degli alberi è ostacolata dalle bassissime temperature e dalla breve stagione estiva. Nelle regioni artiche il terreno rimane ghiacciato per gran parte dell’anno e dunque è impossibile per le piante mettere radici e svilupparsi. L’unica vegetazione presente è la tundra, fatta di erbe basse, muschi e licheni, che crescono nei mesi più caldi, dopo il disgelo, sul terreno imbevuto d’acqua.
La foresta boreale
La taiga o foresta boreale è uno dei principali biomi terrestri, formato da foreste di conifere che ricoprono quasi totalmente le regioni sub-artiche boreali dell'Eurasia e dell'America (e per questo detta anche foresta boreale), costituendo un terzo della massa forestale mondiale. Sotto il profilo ecologico essa può definirsi un "paesaggio continentale" e pertanto possiede un'importanza strutturale in seno alla totalità dell'ecosfera o, se si preferisce, dell'ecosistema terrestre. La taiga forma una fascia circolare circumpolare di spessore variabile, lunga 12.000 km (7000 in Eurasia e 5000 in America). Data la distribuzione delle terre emerse con scarsa presenza di terraferma a queste latitudini nell'emisfero meridionale, la taiga è presente quasi unicamente nell'emisfero settentrionale e molto poco in quello meridionale
La foresta temperata decidua
La foresta decidua temperata è un bioma che si sviluppa nelle zone temperate di tutto il planisfero, purché in quel luogo la pluviometria sia superiore a 400 mm e che in tutto l'arco dell'anno ci siano almeno 120 giorni la cui temperatura sia superiore a 13 °C .Secondo la lista Global 200 del WWF, tale bioma prende il nome di "Foreste di latifoglie e foreste miste temperate" La foresta decidua è caratterizzata da essere costituita principalmente da piante con foglie decidue, che ogni autunno cadono. Questo spettacolo attira anche molti visitatori ogni anno. Il bioma prende caratteristiche diverse a seconda dell'emisfero dove è collocato: nell'emisfero boreale le foglie sono essenzialmente caduche, mentre nell'emisfero australe, nella stessa nicchia ecologica, si possono trovare anche alberi con foglie aghiformi, ai quali d'inverno non cadono le foglie. Questi alberi sono i faggi australi e l'araucaria. La maggior parte di foreste decidue temperate si sviluppano in America settentrionale, dove l'inversione termica non è troppo accentuata, e in Europa. In America si trova la foresta decidua di Harvard, con un'estensione di circa 1214 ettari, comprende molti tipi di alberi come querce rosse, aceri rossi, ontani bianchi, pini e abeti del Canada. In Europa c'è il parco nazionale De Hoge Veluwe, che essendo di 585 km quadrati, e il più grande bosco dei Paesi Bassi. In Giappone c'è una piccola area di 6 ettari ricoperta da una foresta dominante di querce e faggi .Una caratteristica della foresta decidua sono le 4 stagioni: primavera, estate, autunno, inverno. In quest'ultima il terreno gela per un breve periodo, e possono avere luogo delle nevicate. L'autunno invece è la stagione dove le foglie cadono, invece la primavera è la stagione della ripresa vegetativa. In estate l'albero raggiunge la massima crescita.
Praterie temperate
Le praterie temperate includono la grande prateria nordamericana, la pampa dell'Argentina, il Veld del Sudafrica e le steppe dell'Europa (inclusa la puszta). Sono incluse nel bioma delle praterie e arbusteti temperati. Sono costituite principalmente da erbe, soprattutto graminacee a stelo corto o lungo, mentre la crescita di arbusti e alberi è limitata da periodi di siccità. Infatti le precipitazioni sono concentrate in un breve periodo del freddo inverno, mentre l'estate è calda e secca.
Deserto caldo
Il deserto caldo è un deserto dove il clima è costantemente caldo. Può essere roccioso dove il suolo è costituito da pietre o ciottoli chiamati con la parola araba di hammada; può essere anche ghiaioso, oppure sabbioso a dune, chiamato erg, presenti nelle regioni tropicali, caratterizzate da accentuata aridità, vegetazione ridotta o assente, mancanza di corsi d'acqua perenni, tendenza alla siccità; il clima a cui si associa tale ambiente è il clima desertico caldo
Deserto freddo
Il deserto freddo (chiamato anche, un po' impropriamente, "deserto temperato") è presente nelle regioni temperate più continentali, caratterizzate da fortissima aridità e da notevolissime escursioni termiche annue di temperatura, con estati caldissime e inverni freddissimi; il clima a cui si associa tale ambiente è il clima desertico freddo
Savana
La savana è un bioma terrestre soprattutto subtropicale e tropicale, caratterizzato da una vegetazione a prevalenza erbosa, con arbusti e alberi abbastanza distanziati da non dar luogo a una volta chiusa. Questo tipo di ambiente si trova in molte zone di transizione fra la foresta pluviale e il deserto o la steppa in Africa centrale, Centro e Sud America, India, Indocina e Australia, ma può essere presente anche ad altre latitudini. Le savane possono formarsi in seguito alla presenza di specifiche condizioni climatiche, oppure a causa di incendi stagionali (anche indotti dall'uomo) o particolari caratteristiche del suolo
Foresta pluviale
La foresta pluviale è una foresta caratterizzata da elevata piovosità e per definizione si considera tale con un minimo di precipitazioni annue comprese tra i 1.750 e i 2.000 millimetri .Nelle foreste pluviali si trovano i due terzi di tutte le specie viventi animali e vegetali della Terra e si stima che vi siano milioni di specie di piante, insetti e microrganismi tuttora sconosciute. Generalmente il sottobosco in una foresta pluviale è limitato solo a pochi settori causa la mancanza di luce solare a livello del suolo.
I due tipi principali di foresta pluviale sono:
foresta pluviale tropicale: sono le foreste pluviali caratteristiche delle regioni comprese tra i due tropici (tra il Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno) e presente nel sud-est asiatico (Indonesia, Birmania e in Papua-Nuova Guinea, oltre che nella fascia settentrionale e orientale dell'Australia), nell'Africa sub-sahariana dal Camerun alla Repubblica Democratica del Congo (foresta del Congo), nel Sud America (prevalentemente in Amazzonia), nell'America Centrale e su molte delle isole dell'oceano Pacifico (ad esempio le Hawaii). Le foreste pluviali tropicali vengono definite i "polmoni della Terra". Rappresentano il bioma terrestre con la massima biodiversità, dato che ospitano da sole circa una metà delle specie viventi animali e vegetali terrestri; foresta pluviale temperata: sono le foreste pluviali caratteristiche delle regioni temperate. Sono presenti nel Nord America (lungo la costa del Pacifico nord-occidentale, nella Columbia Britannica), in Europa (nelle zone costiere di Irlanda, Scozia, Norvegia meridionale e in regioni dei Balcani occidentali lungo la costa adriatica, come pure nel nord-ovest della Spagna e nella fascia costiera orientale del mar Nero tra le coste della Georgia e della Turchia), in Asia orientale (nel sud della Cina, a Taiwan, nella gran parte del Giappone e della Corea).