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Capitolo III

La trilogia popolare

Solo nel 1849 torna a Busseto insieme a Giuseppina. Molte le voci su questo rapporto, la soprano aveva avuto due figli da una precedente relazione, e sulla convivenza ufficializzata con il matrimonio nel 1859.Nel 1851 è finalmente pronta la villa di Sant’Agata, a Villanova d’Arda, dove Verdi e Giuseppina si trasferiscono definitivamente: una dimora circondata da un grande parco, curato da Verdi stesso. In questi anni, nella calma della pianura padana, Verdi scrive la trilogia popolare: Rigoletto (1851), Il Trovatore (1853), e  La Traviata (1853). Ottiene un successo clamoroso.

Gli anni dell’impegno politico e sociale

Nel 1861 Verdi si sente chiamato all'impegno politico, sollecitato da Cavour.  Viene eletto deputato del primo Parlamento italiano e nel 1874 è nominato senatore. In questi anni compone La forza del destino (1862), nel 1865 riscrive Macbeth per il teatro francese e per l’Opéra compone il Don Carlos (1867). Nel 1862 compone, per l'Esposizione Universale di Londra, l'Inno delle Nazioni, su testo di Boito. Con Aida (1871), voluta da Ismail Pascià come opera "nazionale" egiziana, Verdi rilegge in chiave italiana le esigenze spettacolari del grand opéra.

La Messa da requiem è scritta e pensata nel 1873 come celebrazione per la morte di Alessandro Manzoni. Nel 1869 la seconda versione de La forza del destino segna il ritorno alla Scala, da cui Verdi non si allontanerà più. Stringe un’intensa amicizia con Teresa Stolz, la prima e grande interprete dell’Aida.

Verdi trova anche il modo e il tempo di dedicarsi agli altri, di pensare a chi ha più bisogno: nel 1888 inaugura un ospedale a Villanova D’Arda, da lui interamente finanziato e nel 1880 compra il terreno per costruire quella che ancora oggi è la Casa di Riposo per musicisti,  la sua "opera più bella", dirà, terminata nel 1899 ma chiusa finché Verdi, che non desidera essere ringraziato da nessuno, è in vita.

La trilogia popolare Solo nel 1849 torna a Busseto insieme...
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