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Tecniche di animazione
TECNICHE DI ANIMAZIONE
È sempre tempo per una buona tecnica d’animazione a patto che l’animatore sappia fare chiarezza sull'obiettivo da raggiungere.
Vogliamo coinvolgere? Stimolare la curiosità? Raccogliere informazioni? Favorire l’attenzione verso chi parla? Sintetizzare le opinioni di tutti? Prendere decisioni? Risolvere un problema?
Alla base vi è sempre una domanda fondamentale: cosa mi aspetto da questa tecnica d’animazione? Quali benefici?
Familiarizzare
Ogni valida tecnica d’animazione è profondamente connessa al processo di crescita personale e di gruppo. Non parliamo quindi di un espediente per attirare l’attenzione, movimentare l’atmosfera e contrastare la noia che sovente accompagna un momento formativo.
Le tecniche d’animazione non sono formule magiche, non nascono a caso e non contengono alcunché di incomprensibile. La veste ludica che le caratterizza è ricca di significati simbolici e le regole rispondono a precisi criteri che favoriscono l’interazione.
Chi se ne serve impara facilmente a decodificarle riuscendo a cogliere in profondità i significati che si celano nelle fasi del loro svolgimento.
I destinatari, generalmente, le vivono come un’attraente e stimolante avventura: ne colgono in prevalenza gli aspetti divertenti, inattesi e talvolta bizzarri. Questa sorta di spaesamento creato da una cornice ludica e normativa artefatta è cercato: in qualche modo esso consente ai partecipanti l’accesso a una dimensione altra della realtà.
Le dinamiche introducono a una dimensione volutamente rassicurante, temporanea, regolata e perciò in grado di superare quelle barriere e resistenze che impediscono di mettersi in gioco in modo autentico.
Il conduttore presenterà la dinamica con chiarezza e ordine, senza tentennamenti, consapevole delle richieste da sottoporre al gruppo. Ogni fase della dinamica mira a mettere il gruppo a proprio agio, tutelando bisogni e diritti dei partecipanti. Ciascuno deve vedere garantita in ogni momento la propria libertà di scelta. L’assenza di giudizio dev’essere garantita in modo da impedire l’avvitamento del gruppo stesso all’interno di giochi pericolosi e dinamiche conflittuali disfunzionali.
Il successo della tecnica d’animazione ben condotta ha inevitabili ripercussioni positive sul clima di gruppo, che riconosce di aver vissuto un’esperienza significativa e di aver raggiunto obiettivi non scontati.
Ci piace immaginare le tecniche d’animazione come strumenti per armonizzare e amplificare le energie del gruppo. Una volta individuato un obiettivo da raggiungere, la tecnica d’animazione si incarica di convogliare il contributo di tutti nella giusta direzione: attraverso specifiche indicazioni di gioco vengono attivati alcuni principi molto noti per una comunicazione interpersonale ecologica.
Le tecniche di animazione migliorano le interazioni, poiché tendono a controllare (filtrare) ed eliminare quei disturbi che impediscono al dialogo di procedere.
L’animatore si accorgerà ben presto che uno stile di comunicazione arbitrario e non normato alimenta spesso paure del giudizio altrui, ansie, rivalità interpersonali, atteggiamenti difensivi, che rendono l’argomento della discussione un luogo simbolico di autoaffermazione.
L’uso del tempo
Che cosa è quindi il tempo?
Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. (Sant’Agostino)
La tecnica per la gestione del gruppo, anche quella apparentemente più semplice, può sfuggirci di mano rischiando di compromettere l’intera proposta. Prima quindi di presentare le proposte operative, pensiamo valga la pena di soffermarsi sull’uso del tempo, evidenziando i rischi di una progettazione non scadenzata correttamente.
Quanto deve durare una dinamica o una tecnica? È necessario porre un limite preciso? Questi e altri problemi relativi all’uso del tempo meritano una considerazione particolare perché uno degli errori più comuni, spesso involontario, è far durare eccessivamente un’attività, a volte anche per finirla a tutti i costi.
L’animatore con esperienza sa che le attività hanno un limite e che a volte, anche se non auspicabile, risulta necessario e opportuno terminare o rimandare la fase conclusiva.
La gestione del tempo infatti è legata a doppio filo ai processi di apprendimento. Fra tutte le risorse di cui noi disponiamo e che utilizziamo in misura più o meno grande, questa è senz’altro la più trascurata: sembra che tutti la considerino una variabile indifferente, soprattutto elastica. È difficile far comprendere che il tempo è un elemento assolutamente rigido e non modificabile.
Il tempo col suo scorrere agisce sulla realtà modificandola.
Il primo motivo per cui anche nei giochi si fissa un limite di tempo è quindi connesso a far percepire questa variabile come esistente e significativa nell’economia dei rapporti umani.
Ciò serve anche per ridimensionare la percezione, opposta alla precedente, che il tempo non basti mai, che sia sempre troppo limitato rispetto alle nostre necessità ed esigenze. Progettare e gestire temporalmente bene un’attività conferma il contrario, molte attività si possono svolgere grazie a buone pratiche metodologiche.
Inoltre il tempo assegnato per un’attività deve essere calcolato tenendo in conto anche il numero dei presenti. Ad esempio se in un gruppo di dieci persone che si incontrano per un’ora, teoricamente ciascuna ha diritto a intervenire per non più di sei minuti, bisogna offrire a ognuno una sufficiente porzione di tempo che permetta l’espressione di un contenuto a un livello soddisfacente per gli obiettivi previsti.
Un’altra indicazione suggerisce che nella scelta delle attività da proporre è bene tenere presente di avere tempo sufficiente per realizzarle.
C’è un’ultima situazione, non auspicabile, ma più frequente di quanto si pensi, nella quale la gestione del tempo è significativa: può accadere che i partecipanti di un gruppo si rifiutino di realizzare una certa attività proposta dall’animatore. L’animatore deve lasciare un tempo minimo prima di decidere di rinunciare alla sua proposta. La quantità di tempo in questi casi è «calcolata» tenendo presenti due aspetti:
• il superamento delle resistenze individuali attraverso una situazione minimamente ansiogena e la conseguente successiva esecuzione della dinamica/gioco;
• l’elaborazione minima della posizione assunta e quindi il cambiamento di attività.
Le tecniche presentate sono duttili e flessibili, ovvero possono essere utilizzate in differenti contesti e destinatari calibrandole e modificandole rispetto agli obiettivi che vi prefissate.
Ciò non significa che tutto può essere cambiato, in quanto la tecnica è stata creata per attivare determinati comportamenti e risposte da parte dei partecipanti. Esiste però la possibilità di apporre delle varianti e che, esse, derivano principalmente dalle competenze professionali dell’animatore e dalla conoscenza approfondita del gruppo.
Perché funzionano I motivi sono veramente tanti. Proviamo a elencarne alcuni: sono quelli che abbiamo potuto constatare nella nostra esperienza.
Le tecniche d’animazione:
• permettono di esprimere il proprio parere senza esporsi immediatamente alle critiche altrui;
• salvaguardano il diritto di chi parla a essere ascoltato;
• sfruttano le energie di gruppo legate tanto alla competizione quanto alla cooperazione;
• sono divertenti come un gioco;
• aiutano a sospendere i giudizi;
• hanno regole precise;
• tutelano i timidi;
• incuriosiscono;
• rendono il gruppo protagonista;
• sorprendono;
• limitano i tentativi di monopolizzare la discussione;
• mirano a un preciso risultato;
• coinvolgono tutti;
• regolano i conflitti;
• creano nuove associazioni mentali;
• limitano gli sprechi di tempo.
In una parola: sono efficaci! Soddisfano i bisogni individuali e migliorano il clima di gruppo. Ogni tecnica è un corroborante che esalta dinamiche positive, cercando di imbrigliare quelle negative.
 
* LA MASCHERA
Si distribuiscono a tutti i componenti del gruppo delle maschere di cartone o
semplicemente un cartone ovale con elastico, e si mette a disposizione di tutti
delle forbici, pennarelli, carta colorata, graffettatrici... .Con questi materiali ogni
ragazzo costruisce la sua maschera per presentarsi agli altri, cercando di
esprimere nella maschera le proprie caratteristiche, i propri interessi, oppure il
suo modo di presentarsi agli altri in una particolare circostanza della vita
(vacanze, scuola, casa, amici...). Poi insieme o a coppie si cerca di decifrare
ciò che ha voluto rappresentare nella maschera, il compagno commenta,
specifica, rettifica... fa capire al gruppo ciò che voleva esprimere attraverso
quella maschera.
Questo gioco, adattato, può essere anche usato per riflettere sulle maschere
che indossiamo e che ci separano dagli altri, non ci fanno essere veri.
* GLI SPOT
Si colloca un faretto o una lampada a circa un metro da un muro e si invita i
membri del gruppo a passare tra il muro e la lampada ad uno ad uno. Intanto
un altro componente o l’animatore con un pennarello o una matita tratteggiano
su un foglio appeso al muro il profilo del soggetto. Così per tutti i membri del
gruppo. Poi ogni proprietario del profilo ritaglia il proprio e scrive su di esso il
nome. Si può aggiungere anche l’indirizzo, l’hobby preferito, il soprannome... .
Si mette poi in comune il frutto del lavoro. Questo gioco permette di
conoscersi e di ornare la sala dove si fa abitualmente riunione.
* LA VALIGIA DEI CAPPELLI
Ci si pone in cerchio e si pone al centro una cesta o scatola o valigia piena di
cappelli e altri indumenti particolari come scialli, veli, fazzoletti... . A turno ogni
membro del gruppo va al centro della sala e prende un indumento che gli
sembra rappresentare la sua personalità al meglio e si presenta così agli altri magari spiegando le ragioni della scelta.
GIOCHI DI CONOSCENZA
 
 
TECNICHE DI ANIMAZIONE
In questo paragrafo mettiamo in luce varie tecniche di animazione per gruppi
che possono essere utilizzate con diverse finalità e soprattutto applicabili a
vari tipi di argomenti senza vincoli.
TECNICHE PER SUSCITARE LA PARTECIPAZIONE RIGUARDO A UN
TEMA
* Raggio:
Consiste nel partire da una persona ben precisa del gruppo che è disposto in
cerchio invitandola ad esporre il suo parere, riflessione, riguardo a un tema
preciso; si prosegue poi in senso orario od antiorario. Tutte le persone
vengono obbligate a parlare. E’ una tecnica da usare in gruppi che sono ben
integrati, in cui non ci sono problemi a parlare, o se ci sono non creano
tensioni nel gruppo.
* Cuscinetto a sfere
Il gruppo è disposto in due cerchi concentrici in modo che ogni persona del
cerchio interno possa guardare in faccia una del cerchio esterno. Lo scambio
tra i due viene guidato da un animatore che suggerisce una domanda a tutto il
gruppo. Dopo un certo tempo di scambio quelli del cerchio esterno girano di
una sedia in senso orario in modo che si formino altre coppie di scambio a cui
l’animatore propone un’altra domanda. E’ una tecnica adatta soprattutto per
temi di cui si può far fatica a parlare tutti insieme.
* Brainstorming
Lo scopo di questa tecnica è di raccogliere idee su un certo tema, sia in fase
di presentazione, sia in una fase sucessiva di riflessione. Si cerca di
visualizzare su un cartellone appeso ad una parete le idee principali che
sorgono riguardo all’argomento in questione.
* Tirarsi la palla
In questo caso la partecipazione dei componenti di un gruppo a dire la loro sul’argomento che si sta trattando è suscitata da una palla che i componenti del gruppo si tirano. Chi riceve la palla deve esprime il suo pensiero e dopo passarla ad un altro membro che ripeterà la medesima operazione. Questo fino ad esaurimento dei componenti.
 
 
* Scrivere lettere
Ogni componente del gruppo è invitato a scrivere una lettere indirizzandola ad
un amico su una certa tematica esprimendo il suo pensiero, le motivazioni, le
sue esperienze a riguardo... . E’ possibile fare una condivisione successiva
delle lettere sia leggendole in cerchio, sia scambiandosele dopo averle
raccolte tutte e mischiate.
* Processo
Si vuole sollecitare i giovani a riflettere su un certo tema mettendo in luce le
varie idee che sono sorte al riguardo in un momento precedente (ad esempio
una conferenza, video...). Si comincia a dividere il gruppo in due parti: una che
sosterrà la difesa, l’altra l’accusa. Si pone anche qualcuno come giudice,
verbalista. L’accusa comincerà ad esporre le prove che ha contro una certa
prospettiva di analisi del tema. La difesa cercherà di controbattere demolendo
le tesi o esponendo il reale punto di vista. Alla fine il giudice che fino a quel
momento ha finto da mediatore può emettere un verdetto.
* Tovaglia rotante
Si divide il gruppo in sottogruppi di otto persone. Si pone sul tavolo un grande
foglio di carta bianca su cui ognuno è invitato a scrivere una domanda
sull’argomento che viene trattato. Poi si gira il foglio di carta e ogni
componente deve cercare di rispondere alla domanda posta dal proprio
compagno. Se si vuole si può girare ancora e il sucessivo dovrà completare o
dare un’altra risposta. Si può utilizzare questo metodo anche invitando a
scrivere una lettera ad un amico su un certo tema, dopo un po’ di tempo si gira
il foglio e il vicino deve cercare di continuare la lettera. Alla fine si può leggere
ciò che è venuto fuori.
* Rilancio della domanda
Dopo aver esposto un tema, attraverso un innesco di vario tipo (vedi “tecniche per presentare un argomento”) l’animatore del gruppo pone una domanda di riflessione ad un componente preciso del gruppo, il quale rimanda (la stessa o una diversa) ad un altro componente a sua scelta.
 
 
* Biglietti mischiati
Questa tecnica può essere impostata in vari modi.
Un primo modo può essere quello di invitare a scrivere personalmente, su un
biglietto un dubbio, una riflessione... riguardo a un certo tema proposto
dall’animatore. Dopodiché si raccolgono tutti i biglietti e si mettono in un
contenitore (per esempio un cestino) e si ridistribuiscono casualmente.
Ognuno è poi invitato a leggere il contenuto del biglietto (anonimo), oppure a
rispondere alla domanda in esso contenuto.
Un secondo modo può essere il seguente: l’animatore prende alcune cartoline
o foglietti bianchi e ne consegna uno a ciascun componente del gruppo
invitandolo a scrivere una domanda su una tematica presentata o da
presentare. Poi li raccoglie tutti, li mischia come un mazzo di carte e le pone
su un tavolino al centro del cerchio. Divide il gruppo in piccoli sottogruppi di 5-
8 persone e li invita a tirare un dado. Ogni gruppetto a turno tira il dado, conta
il numero delle cartoline corrispondenti, gira l’ultima e risponde alla domanda
contenuta. Una variante può essere: l’animatore scrive le domande che
interessano a lui su una certa tematica invece di farle scrivere ai ragazzi, si
evita così il pericolo di domande simili o uguali.
TECNICHE PER PRESENTARE UN ARGOMENTO
Alcune delle tecniche viste sopra possono essere utilizzate anche a questo
scopo: Brainstorming, Rilassamento guidato, Biglietti mischiati, Rilancio
della domanda... . Con un po’ di fantasia.
* Canzoni
Si tratta di scegliere una canzone che presenta una riflessione sul tema che si
vuole trattare e di farla ascoltare ai giovani con cui si lavora proponendo loro
una pista di riflessione su quella canzone fatta da interrogativi, provocazioni...
. Si sconsigliano canzoni straniere con testo a fronte oppure canzoni risalenti a decenni precedenti. Se si usano  canzoni in voga in quel periodo si ha il vantaggio di aiutare a riflettere su qualcosa che sentono più loro e inoltre di dare loro un modo più critico di ascoltare la musica.
 
* Lettere/testimonianze/video
Anche in questo caso si cerca del materiale già pronto di riflessione e lo si
presenta con una pista di riflessione, sollecitando poi un dialogo sul tema. Più
il materiale è provocatorio più può aiutare a riflettere, eventualmente integrare
con una spiegazione per far capire dove si vuole andare a parare. Invitare
magari a sottolineare ciò che ha più colpito.
* Acrostico
Si sceglie una o più parole chiave della tematica che si vuole trattare e si invita
a scriverla verticalmente su un foglio di carta. In corrispondenza ad ogni
lettera si invita a scrivere una parola in orizzontale che richiami la parola
chiave o la espliciti o... . Le parole che si scrivono possono essere anche non
necessariamente sulla prima lettera. Questo gioco può essere fatto a vari
livelli anche profondi. Una possibile applicazione può essere: scrivere
verticalmente il proprio nome e orizzontalmente alcuni propri pregi o difetti.
Oppure: scrivere vertivalmente la parola amicizia e orizzontalmente cosa può
voler dire per me amicizia o il nome di alcuni dei miei più cari amici.
Questa tecnica può essere utilizzata anche come stimolo alla riflessione
sucessivo.
* Il puzzle
Si divide il gruppo in alcuni sottogruppi di 4-5 persone (o anche meno) e si
consegna loro una foto, evidentemente inerente all’argomento che si vuole
trattare, tagliata e messa in una busta invitandoli a ricostruirla. In antecedenza
è stato disegnato su un cartellone un grande fiore con un numero di petali pari
al numero dei gruppetti. Ogni gruppo, ultimata la ricostruzione del puzzle lo
inserisce nel petalo del fiore presentando ciò che vi è rappresentato e il possibile riferimento al tema dell’incontro
 
* Inchiesta
Utilizzando un registratore o alcuni block-notes, si invita i membri del gruppo
(magari divisi a gruppetti) ad andare a intervistare alcune persone su un
determinato tema, magari facendo riferimento a delle domande preparate
prima insieme, allo scopo di mettere poi in comune le risposte avute ed
intavolare una discussione su un certo argomento.
* Far spiegare una parte
Si prende un libretto o degli articoli di giornali che parlano di un certo
argomento e si invita ogni singolo membro del gruppo a presentare ai
compagni il contenuto dello scritto. L’animatore può nel frattempo può
riportare su un cartellone i punti salienti di ciò che viene esposto. Gli altri
membri del gruppo possono intervenire per chiedere chiarimenti al compagno
su ciò che ha detto.
* Laboratorio di diapositive
In conclusione della discussione su un certo argomento (o anche all’inizio), si
invita i membri di un gruppo, divisi in piccoli sottogruppi a sviluppare una
propria riflessione scegliendo delle diapositive adatte tra quelle messe a
disposizione, oppure fabbricandosele con dei lucidi e pennarelli, con un testo
adatto, una colonna sonora... . Dopo un certo tempo ci si ritrova insieme e ogni gruppo presenta il proprio elaborato.
TECNICHE DI ANIMAZIONE È sempre tempo per una buona tecnica...
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