Ai nostri giorni si preferisce stracciare ogni legge morale e civile, sicuri, dall’alto del proprio scanno, di non dover rendere conto a nessuno, se non al proprio corpo e al narcisismo del proprio “io”. Il sesso non più intimità coltivata in un sentimento più largo, ma festino, ostentazione, spettacolo, merce di scambio, consumismo, utilizzo usa e getta.
Anche la sessualità viene a soggiacere al “mercato”, un dio polimorfo al quale piegare ogni umano discernimento, un meccanismo economico che tanto fa comodo ai cultori della lussuria, dell’opulenza, della sprezzante arroganza, che possono permettersi di scorrazzare nel “libero mercato”.
Nessun autocontrollo, nessun ritegno, nessuno scrupolo: chi tanto può, come al mercato degli schiavi, traffica, sceglie, compra giovinezza e bellezza.
Al punto più basso di questa frenetica irresponsabilità, che cos’è la violenza sessuale, lo stupro, se non l’incapacità di tenere a freno la “matta bestialità”? Dall’alto in basso somigliano a quell’ottuso caprone che tra amici avvinazzati gridava: “quell’affare non talìa a nessuno, quando è pronto non ha occhi, chi capita sotto, capita”.
Questa nostra è un’epoca di lussuria in tutti i sensi: di eccessi, di sprechi, di estremismi, di lusso impudico e sfarzoso, accanto a una vergognosa barbara miseria. Il mondo torna a essere governato in ogni senso dalla forza e non dal diritto, da ciò che scatena gli istinti più bassi. La “razionalità”, come etica dei comportamenti, è oscurata.Circoscritta nell’ambito delle cosiddette scienze tecnologiche, come ad esempio, quella economica, essa sembra essere al servizio di meccanismi che promuovono l’istintualità predatoria e belluina, come l’accaparramento privato di ciò che per sua natura è bene comune.
PROSTITUZIONE
PORNOGRAFIA
Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino- il Portale del Sud" - Napoli e Palermo
http://blog.tagliaerbe.com/2007/05/internet-porno-e-statistiche.html